Lo vostro bel saluto e 'l gentil sguardo,
che fate quando v'encontro, m'ancide:
Amor m'assale e già non ha reguardo
s'elli face peccato over merzede,
ché per mezzo lo cor me lanciò un dardo
ched oltre 'n parte lo taglia e divide;
parlar non posso, ché 'n pene io ardo
sì come quelli che sua morte vede.
Per li occhi passa come fa lo trono,
che fer per la finestra de la torre
e ciò che dentro trova spezza e fende;
remagno como statüa d'ottono
ove vita né spirto non ricorre,
se non che la figura d'omo rende.
Guido Guinizzelli - sonetto VIII
5 commenti:
Ma esisterà un Guido Guinizzelli ai giorni nostri? :D
forse anche noi possiamo essere i menestrelli di sogni persuti,
antichi guerri, fate morgani
o sfavillanti angeli?
Ciao
"poesieinsmalto"
Quanto l'ho amato... e quanto lo amo... talvolta mi riapro il mattone universitario solo per rileggermelo...
ancide anche me quello sguardo!!!
Si, si ...
ne riparliamo tra qualche hanno
quando gli avrà tolto la casa, l'auto e gli dovrà passare gli alimenti
Olà B_E
Ovviamente scherzo ... ehhh
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