Quando mi dissero che il cadavere di Mussolini era stato portato a piazzale Loreto, corsi con mia moglie e Filippo Carpi. I corpi non erano appesi. Stavano per terra e la folla ci sputava sopra, urlando. Mi feci riconoscere e mi arrabbiai: «Tenete indietro la folla!». Poi andai al CLN e dissi che era una cosa indegna: giustizia era stata fatta, dunque non si doveva fare scempio dei cadaveri. Mi dettero tutti ragione: Salvadori, Marazza, Arpesani, Sereni, Longo, Valiani, tutti. E si precipitarono a piazzale Loreto, con me, per porre fine allo scempio. Ma i corpi, nel frattempo, erano già stati appesi al distributore della benzina. Così ordinai che fossero rimossi e portati alla morgue. Io, il nemico, lo combatto quando è vivo e non quando è morto. Lo combatto quando è in piedi e non quando giace per terra.
Sandro Pertini - intervista di Oriana Fallaci per l'Europeo - 27 dicembre 1973
10 commenti:
Ero piccina ma ancora ricordo quando dettero la notizia della triste scomparsa di questo "grande Uomo/Anima"...un esempio che ancor oggi bisognerebbe coltivare...grazie per la condivisione..
serene ore..
dandelìon
E' propio vero l'uomo quando si screna può diventare come una bestia.... non c'è piu' umanita'.
E' accaduto ultimamente conGheddafi,
le foto su di lui sono state scioccanti e terribili.
Anche se era stato un tiranno,era sempre una....persona umana.
"poesieinsmalto"
Tanti particolari relativi alla fine del duce li abbiamo appresi dai racconti dei contemporanei; niente tv, e le foto e i filmati venivano edulcorati ad usum delphini, in quel caso dei posteri, che avrebbero considerato da selvaggi l'infierire su un cadavere.
Ed eravamo in Italia, un Paese con migliaia di anni di storia e di civiltà.
Lo scempio, oggi, è avvenuto in Libia, che, con tutto il rispetto, poco ha a che vedere con la civiltà.
E noi (ma "per fortuna" non solo noi) non abbiamo perso l'occasione per dimostrare che, a distanza di sessantacinque anni, siamo rimasti i selvaggi di Piazzale Loreto.
Il cannibalismo mediatico che si è scatenato per la morte di un mascalzone ha avuto il suo apice non nella sua storia e nei 'perché' sia finito così, bensì con la vomitevole esposizione di ogni cosa potesse solleticare menti malate, pur di 'vendere' il prodotto.
E non c'è stato un Pertini che abbia almeno tentato di frenare questo pasto vergognoso.
Combattere un delinquente quando è un dovere, 'combatterlo' quando è da vigliacchi, abbeverarsi al suo sangue è, appunto, da cannibali.
Anche per questo portiamo nel cuore Sandro Pertini
Un placer haber pasado de nuevo por tu casa. Estupendo post.
Saludos y un abrazo.
Il senso si è capito ugualmente, ma il capoverso postato era "Combattere un delinquente quando E', è un dovere, combatterlo quando FU è da vigliacchi...", ecc.
Ho fatto la fesseria, da incompetente, di evidenziare con le virgolette in tastiera, quelle tra 'alt' e la spaziatrice.
E' vero, il nemico lo si combatte da vivo, farne scempio quando è morto non ha senso. Grande Pertini, avremmo bisogno di uno come lui anche nell'Italia odierna.
Ci sono eventi che fanno scattare una vena di animalesca, barbara follia. Non so se sia l'esaltazione nata dallo strazio dell'oppressione, la voglia di vendetta, il sentirsi potenti su chi ha ferito tanto. Non so. E' comunque brutale e profondamente umano questo aspetto.
Non posso non essere d'accordo con le parole di Pertini. Un nemico sconfitto non deve essere ulteriormente umiliato.
Sono del tutto d'accordo con i precedenti commenti.
Opportuna la rivisitazione delle parole del grande Sandro Pertini.
Ciao.
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