"Il mondo è davvero pieno di pericoli, e vi sono molti posti oscuri; ma si trovano ancora delle cose belle, e nonostante che l'amore sia ovunque mescolato al dolore, esso cresce forse più forte"
J. R. Tolkien

mercoledì 25 maggio 2011

Oltre il manifesto elettorale

Sembra passata un'eternità da quando Barak Obama, tra l'entusiamo e la speranza, è stato eletto 44° presidente degli Stati Uniti. Resta una delle campagne elettorali più belle degli ultimi tempi, sia per l'eloquenza del candidato, sia per la qualità grafica e l'originalità del materiale prodotto.
Adesso una mostra a Madrid ripropone i manifesti elettorali pro Obama disegnati da vari artisti e selezionati per l'occasione dal regista Spike Lee e il grafico Aaron Perry-Zucker
Sul sito http://designforobama.org/index.php?p=653&page=1 si possono vedere le opere, 80 delle quali fanno parte della mostra che dopo Madrid si sposterà in altre città spagnole.
Niente di comparabile con la banalità o perfino la bruttezza dei volantini e delle affissioni elettorali di casa nostra. Almeno sullo schermo del pc vale la pena di dare un'occhiata      

Fonte: http://www.elpais.com/articulo/cultura/Carteles/Obama/elpepucul/20110524elpepucul_4/Tes

5 commenti:

mark ha detto...

Si ma per le prossime intendono spendere 1 mld di dollari, arte o non arte è una gran presa per i fondelli!!!
Saluti

la stanza in fondo agli occhi ha detto...

Che le campagne elettorali americane siano incredibilmente dispendiose è vero. Come è vero che per reperire fondi i candidati devono intrecciare relazioni con i big dell'economia.
In questo caso però il concorso era pubblico, ognuno poteva mandare gratuitamente la sua opera che, una volta online, sarebbe stata votata dagli utenti. Le opere più votate sono state stampate e realmente affisse.

Kylie ha detto...

Sicuramente è stata una campagna molto efficace visti i risultati.

Vania ha detto...

..ce ne sono di davvero belle...prendiamone sempre il lato positivo....quando c'è. :)
ciaooooo Vania

UIFPW08 ha detto...

E' ima macchina d'affari dove i miliardi non hanno fondo.