"Il mondo è davvero pieno di pericoli, e vi sono molti posti oscuri; ma si trovano ancora delle cose belle, e nonostante che l'amore sia ovunque mescolato al dolore, esso cresce forse più forte"
J. R. Tolkien

lunedì 30 aprile 2007

L'Europa e l'Iran accordi e disaccordi


“Un punto di vista unitario” su alcuni temi, è questo per Ali Lariani, il capo negoziatore iraniano sul nucleare, il risultato del colloquio del 25 aprile ad Ankara con Javier Solana, l’Alto rappresentante Ue per la politica estera .
Sotto il cielo turco il rappresentante europeo ha proposto nuovamente un programma di cooperazione politica ed economica in cambio della sospensione del programma per l’arricchimento dell’uranio, ricordando a Teheran che l’Unione Europea ha ormai approvato l’applicazione delle sanzioni Onu previste dalla risoluzione 1747. L’Unione viaggia così su un doppio binario e spera che gli interessi economici prevalgano su un programma nucleare dal sapore propagandistico. Mentre infatti la disoccupazione cresce e l’inflazione oscilla tra il 20 e il 25%, la Repubblica islamica fa del nucleare una questione di orgoglio nazionale: festeggia ogni nove aprile la ‘Giornata nazionale della tecnologia nucleare’ e decide di emettere una banconota di nuovo taglio con la stilizzazione di un atomo. Sostiene così il nazionalismo interno contro le tendenze centrifughe di curdi, azeri e armeni e dimostra ai vicini Paesi islamici capacità tecnologica e spregiudicatezza nei rapporti diplomatici. Non pare casuale infatti la cattura dei 15 marinai inglesi della nave Cornwall in concomitanza del voto del consiglio di Sicurezza dell’Onu sulle sanzioni all’Iran. I vicini Emirati Arabi hanno quindi deciso di cautelarsi con la costruzione di due oleodotti che eviteranno il passaggio del greggio per lo Stretto di Ormuz: in caso di tensioni con l’Occidente Teheran potrebbe infatti bloccare lo Stretto e uno dei due oleodotti, da solo, potrebbe garantire 1,5 milioni di barili al giorno, pari al 55% della produzione degli Emirati. Le conseguenti minori oscillazioni del prezzo del petrolio potrebbero essere poi la chiave di volta della diplomazia internazionale, visti gli interessi che lo stesso clero iraniano ha nelle società estrattici di greggio.

Valeria Radiconcini
pubblicato su Liberamente

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